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ANEDbc racconta - La figura dell'esperto scientifico per i beni culturali e l'Associazione ANEDbc

In questo primo numero della rubrica a cura di ANEDbc verrà presentata la figura professionale che sta dietro alle analisi e agli studi di cui il blog RCH parla: l’“esperto scientifico per i beni culturali”. 

Spesso indicato anche come “diagnosta”, ma più propriamente detto Esperto di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie applicate ai Beni Culturali [1], svolge attività di analisi, interpretazione e caratterizzazione dei dati relativi ai materiali costitutivi, allo stato di conservazione dei beni culturali nonché ai materiali impiegati negli interventi di restauro. 

La formazione universitaria di un esperto scientifico è oggi affidata al corso di laurea in SCIENZE PER LA CONSERVAZIONE DEI BENI CULTURALI (classe di laurea LM11 - ex 12S) [2]. I laureati LM11 sono gli unici professionisti a essersi formati in maniera specifica, avendo affrontato un percorso accademico multidisciplinare che fornisce approfondite conoscenze tecnico-scientifiche, oltre a nozioni storiche, artistiche, archeologiche di base. Sebbene la figura professionale sia oggi riconosciuta e regolamentata dal Decreto Ministeriale del 20 Maggio 2019 n° 244 [1], molti sono i professionisti comunque attivi nel settore ma che provengono da diverse discipline scientifiche e umanistiche e che si specializzano in questo ambito in seguito al conseguimento della laurea triennale nelle scienze applicate ai beni culturali o tramite tirocini e percorsi formativi o lavorativi post-lauream [3]. 


Ma come nasce la figura dell’esperto scientifico e come mai è necessaria? 

Molte realtà italiane, sia pubbliche che private, quali ad esempio l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, l’Istituto Centrale per il Restauro e l’Istituto Centrale per la Patologia degli Archivi e del Libro (ICPAL) di Roma, il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale di Torino e altre, posseggono un ruolo di spicco all’interno del panorama della conservazione del patrimonio culturale. In questi contesti, la ricerca scientifica vanta una tradizione pluridecennale in vari ambiti applicativi (chimico, fisico, geologico, biologico…) e si è proposta come avanguardia sia a livello nazionale che internazionale. In particolare, la sensibilità - già nota - del mondo scientifico verso la conservazione del patrimonio culturale si è ulteriormente sviluppata dopo il tragico evento dell’alluvione di Firenze del 1966, quando l’interazione tra scienza e conservazione è stata fondamentale e ha dato vita ad uno tra i più imponenti casi di recupero di opere d’arte [4]. Inoltre, negli ultimi decenni il mondo del restauro si è avvalso con frequenza sempre maggiore della ricerca scientifica e tecnologica, che ha fornito un supporto fondamentale negli interventi, sia nelle fasi valutative preliminari, che per la scelta o la messa a punto di materiali e tecniche da impiegare per la conservazione e il restauro. Oltre al mondo del restauro, anche quello della ricerca storico-artistica si avvale positivamente delle risposte che tecniche d’indagine sempre più precise possono fornire. 

Nonostante queste premesse, e a differenza di molti paesi - europei e non - in cui il “conservation scientist” o “heritage scientist” è la figura di riferimento per la ricerca in molte realtà private e pubbliche attive nel restauro e in contesti museali, in Italia, dove la formazione universitaria ha raggiunto una peculiarità, l’impiego della figura dell’esperto scientifico stenta ancora a consolidarsi ed integrarsi in maniera strutturata. 

Fig. 1 - Il logo dell'Associazione ANEDbc.

L’Associazione Nazionale degli Esperti di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie Applicate ai Beni Culturali (ANEDbc) [5] ha proprio come finalità primaria la promozione, la valorizzazione e la tutela della figura professionale dell’esperto scientifico e della sua dignità lavorativa. Lavora per tutelare l’immagine e gli interessi della categoria all’interno della società, rappresentandola come interlocutore nei confronti di qualsiasi soggetto istituzionale, pubblico e privato. Inoltre, promuove l’incontro e il dialogo tra gli esperti scientifici, in Italia e all’estero, e fra questi e tutti gli altri soggetti a vario titolo operanti nel settore della conservazione del patrimonio culturale. 

Fig. 2 - 1a Assemblea Nazionale ANEDbc, anno 2017.


E come si è formata ANEDbc? 

L’esigenza di un’associazione che riunisse gli esperti scientifici per i beni culturali nasce a giugno 2016 nei locali del Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma “La Sapienza”, in seguito ad una riunione tra alcuni laureati LM11 e 12S. Data l’esclusione, a pochi giorni dalla chiusura del bando, della classe di laurea dal concorso per l’assunzione di Funzionari Restauratori nell’ultimo concorso pubblico dell’allora Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT) [6], numerosi laureati si sono resi parte attiva nella creazione di quella che poi sarebbe diventata l’Associazione Nazionale degli Esperti di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie Applicate ai Beni Culturali. 

In quell’occasione è stato creato un canale di comunicazione tra tutti coloro che erano interessati a far parte di un nuovo percorso, quello di un’associazione di categoria per professionisti fino a quel momento non rappresentati né da un albo né da altri organi: in particolare in relazione alla questione del bando ministeriale, è stata chiara la necessità di costituire un unico ente che potesse interfacciarsi con il Ministero e discutere della formazione e del collocamento della figura professionale dell’esperto scientifico. 

Fig. 3 - 2a Assemblea Nazionale ANEDbc, anno 2018.


Dal febbraio 2017, quando sono stati depositati l’Atto Costitutivo e lo Statuto dell’Associazione all’Agenzia delle Entrate, l’Associazione è ufficialmente operativa e ha potuto raccogliere esperienze precedenti come quella della Italian Association of Conservation Scientists (IA-CS), che dal 2005 aveva promosso e attivato iniziative volte a dare sempre maggiore visibilità alla figura e al ruolo dell’esperto scientifico. 

Da allora, ANEDbc è diventata la rete di riferimento per rappresentare e promuovere la figura dell’esperto scientifico: si pone l’obiettivo di contribuire all’avvicinamento del pubblico al settore della diagnostica e delle scienze applicate al patrimonio storico-artistico e a far conoscere l’importanza di questa interazione. ANEDbc rappresenta la funzione culturale e didattica, sociale e civica delle scienze e tecnologie applicate ai beni culturali, impiegate come strumento di recupero e di conservazione della memoria collettiva, delle identità e diversità culturali, dei rapporti sociali, interculturali e intergenerazionali e come mezzo di ricostruzione del legame tra le comunità ed il proprio territorio, impegnandosi per costruire un interscambio sociale, partecipato, inclusivo e condiviso. 

Fig. 4 - 5a Assemblea Nazionale ANEDbc, anno 2021.


Con questo articolo di presentazione, ANEDbc è felice di inaugurare la sua rubrica sul blog RCH. Nei prossimi mesi verranno approfonditi aspetti tecnici, logistici e legali riguardanti la figura professionale dell’esperto scientifico per i beni culturali. 

Speriamo che seguirete la rubrica con interesse. Ai prossimi numeri! 



[1] Decreto Ministeriale 20 MAGGIO 2019 n. 244 - Professionisti dei Beni Culturali https://dger.beniculturali.it/wp-content/uploads/2019/10/6.-bando-profilo-esperto-in-diagnostica.pdf; https://professionisti.beniculturali.it/ 

[2] http://attiministeriali.miur.it/media/173197/lm-11.pdf 

[3] https://www.diagnostibc.org/lesperto-scientifico/

[4] Baglioni, Salvini, Prefazione, “Dall’alluvione di Firenze ai progetti di ricerca europei: la formazione del Diagnosta e dell’Esperto scientifico come connubio tra Scienza e Conservazione dei Beni Culturali”, Scientia ad Artem II, Università degli Studi di Firenze, Festival d’Europa, 11 e 12 maggio 2013, Firenze

[5] https://www.diagnostibc.org/

[6] Bandi di concorso per l’assunzione a tempo indeterminato presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo di 500 funzionari da inquadrare nella III area del personale non dirigenziale, posizione economica F1, in vari profili professionali https://www.gazzettaufficiale.it/eli/gu/2016/05/24/41/s4/pdf

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