Film&Art: Volevo nascondermi – l’anima di Antonio Ligabue
Dopo Van Gogh e Modigliani, Turner e Michelangelo, Frida e Artemisia, inseriamo nella nostra rubrica Film&Art il ritratto di un artista tormentato e affascinante al tempo stesso, sicuramente poco compreso e (forse) poco conosciuto. Protagonista della pellicola di Giorgio Diritti è Antonio Ligabue, pittore e scultore emiliano del secolo scorso, considerato dalla critica fra i più importanti esponenti della produzione artistica naïf (assieme al più famoso Henri Rousseau).
Il film, coinvolgente e accattivante fin dai primi minuti, narra la profonda solitudine e la tormentata esistenza dell’artista, magistralmente interpretato da Elio Germano. È proprio nel disegno e nella pittura che l’artista, fin da bambino, riesce a trovare il proprio riscatto sociale e a far fronte all’emarginazione di chi lo giudica solo per il suo aspetto esteriore. Difatti, tutte le problematiche fisiche da cui era affetto fin dall’infanzia (salute precaria, gozzo e rachitismo) contribuirono a rendere il suo aspetto poco gradevole; inoltre, erano i suoi problemi psichici, che spesso sfociavano in ferocissimi attacchi di violenza, ad allontanare la maggior parte delle persone con cui entrava in contatto. I frequenti ricoveri in manicomio si alternavano ai soggiorni presso le umili dimore di alcuni contadini misericordiosi di Gualtieri, il suo paese natale. Una profonda e silenziosa mancanza d’affetto che sfociava in comportamenti singolari, come richieste di baci rivolte ai passanti sconosciuti e l’abitudine di vestirsi con abiti femminili.
Le opere più iconiche dell’artista raffigurano soprattutto animali, per i quali nutriva un amore e una passione sconfinati: durante l’atto artistico, egli era solito imitarne i versi, le movenze e le posizioni, quasi volesse immedesimarsi profondamente in loro prima di fissarli per sempre nei suoi capolavori. Tra i suoi soggetti preferiti, che potevano essere sia domestici che esotici, figurano le aquile, in volo o impegnate in feroci lotte con altri animali, e le tigri, spesso ritratte con le fauci spalancate.
Numerosissimi, poi, sono i suoi autoritratti, che ci permettono si osservare a distanza di anni lo sguardo guardingo e l’espressione spesso corrucciata tipica di Ligabue, nascosta sotto pennellate dai colori vivi e sgargianti.
Prima di guardare il meraviglioso film “Volevo nascondermi”, vi consiglio la visione dell’interessantissimo documentario del regista Raffaele Andreassi dal titolo “Lo specchio, la tigre e la pianura”, con protagonista proprio Antonio Ligabue: questa pellicola ci permette di osservarlo da vicino, durante i riti che soleva svolgere prima di iniziare a dipingere o mentre realizzava rapidamente un disegno su un foglio da donare ad una bella fanciulla in cambio di un bacio.
- Giorgio Diritti, “Volevo nascondermi”, 2020: https://www.comingsoon.it/film/volevo-nascondermi/57953/scheda/
- Raffaele Andreassi, “Lo specchio, la tigre e la pianura”, 1960: https://www.youtube.com/watch?v=TThuizZHieE
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