Visualizzazioni totali

Il colore nel Medioevo

Come abbiamo già visto in precedenza, la scelta ragionata e consapevole del colore da utilizzare in un’opera d’arte trasmette informazioni e simbologie che amplificano ulteriormente il significato dell’immagine raffigurata. Difatti, le valenze attribuite ai colori in alcuni casi cambiano, si evolvono e si sviluppano in maniera diversa a seconda del luogo e del periodo storico, ma restano in ogni epoca, latitudine e longitudine ricche di significato e simbologia.
Il Medioevo riconferma, anche in questo caso, la sua estrema lontananza dalla cosiddetta epoca dei “secoli bui”, accezione che ha etichettato in maniera riduttiva ed errata questo periodo storico, considerato come fase di passaggio tra il declino dell’Impero Romano d’Occidente (476 d. C.) e l’Età moderna, il cui inizio coincide convenzionalmente con la scoperta dell’America (1492 d. C.). Si tratta, invece, di dieci secoli ricchi di storia, scoperte e “luce”. Non a caso, nel Medioevo è predominante l’impiego dell’oro, applicato prevalentemente in sottilissime foglie sui dipinti su tavola (Fig. 1) oppure sotto forma di piccole tessere lucenti a costituire elaborati disegni musivi (Fig. 2).

Fig. 1 – Polittico di Valle Romita, Gentile da Fabriano,
1410-12, tempera su tavola, Pinacoteca di Brera, Milano.

Fig. 2 – Cristo Pantocratore, 1176, mosaico, Duomo di Monreale, Palermo.

In questo periodo storico, il colore è ovunque: sulle vetrate, nelle miniature dei codici, negli affreschi che adornavano le chiese (e, talvolta, anche sulle colonne stesse! – Fig. 3), nelle arme e nell’abbigliamento di tutti, poveri e ricchi, uomini e donne.

Fig. 3 – Maestà, XIII-XIV secolo, affresco su colonna,
Chiesa di San Giovanni a Mare, Gaeta (LT).

La tavolozza dell’artista medievale era caratterizzata da sei colori principali, quali il bianco, il rosso, il giallo, il blu, il verde e il nero; miscelando i diversi pigmenti si potevano ottenere nuove tonalità. Ognuno dei colori principali aveva un preciso e chiaro significato simbolico, che non sfuggiva all’occhio attento dell’uomo (o della donna) medievale. Tendenzialmente, i colori impiegati erano caratterizzati da una forte saturazione e il contrasto fra le diverse tonalità valorizzava maggiormente l’immagine dipinta.

Nell’arte medievale, il bianco veniva impiegato per simboleggiare l’innocenza e la purezza, motivo per il quale si riscontra spesso nell’arte figurativa riguardante la Vergine Maria, solitamente abbinato al colore azzurro/blu. Assieme al nero, il bianco era concettualmente associato ad una “assenza di colore”, motivo per il quale connotava gli eventi luttuosi. Questa consuetudine non è scomparsa ai giorni nostri: ancora oggi in molti paesi (Africa, Cina e India, per citarne alcuni) il bianco viene associato al lutto, anche perché questa tonalità richiama il pallore della pelle del defunto. Inoltre, anche gli oggetti associati ai morti erano spesso bianchi, come i sudari e le bende in cui le spoglie venivano avvolte. I bianchi maggiormente adoperati in questo periodo erano a base di calce (bianco San Giovanni – CaCO3) o di piombo (biacca – (PbCO3)2·Pb(OH)2).

Tutt’altra valenza è trasmessa dal rosso: associato al sangue, al fuoco e alla passione, costituisce uno dei colori maggiormente indossato dai nobili e dalla famiglia reale: infatti, il re era solito ammantarsi di tessuti purpurei, ovvero di un particolare colore rosso dai riflessi violacei. Al pigmento rosso, inoltre, venivano associati importanti poteri protettivi: non è inusuale notare negli affreschi medievali delle collanine di corallo rosso, spesso poste ad adornare il collo di paffuti bambinelli, aventi lo scopo di allontanare le malattie e proteggere il neonato (Fig. 4). Anche in questo caso, alcune simbologie e significati sono riscontrabili nel nostro quotidiano: tradizionalmente vengono regalati ai neonati braccialetti o collanine costituiti da piccole perline di corallo.

Fig. 4 – Madonna di Senigallia, Piero della Francesca, 1470-85,
 olio su carta riportata su tavola, Galleria Nazionale delle Marche, Urbino.

I pigmenti maggiormente utilizzati per ottenere il colore rosso erano il cinabro (HgS) e l’ocra rossa (Fe2O3 · nH2O); tuttavia, gli artisti del Medioevo erano soliti preferire ad essi le lacche e i coloranti. Molto utilizzate furono le lacche di origine animale, come la lacca kermes, ottenuta dall’insetto Kermes vermilio, e la cocciniglia, derivata dagli insetti della superfamiglia coccoidea. Fra i coloranti di origine vegetale, invece, si ricordano la lacca di robbia, estratta dalla radice della Rubia tinctorum, e il colorante ottenuto dalla radice della Caesalpinia brasiliensis. Il preziosissimo colore porpora, invece, veniva estratto principalmente dal Murex brandaris, un piccolo gasteropode, per tingere vesti e pergamene di particolare pregio (Fig. 5). Dopo l’VIII secolo, tuttavia, il suo utilizzo venne gradualmente ridotto, preferendo allo stesso l’impiego del folium, un colorante blu estratto dalla pianta di Chrozophora tinctoria, associato ad una lacca rossa; in altri casi, la porpora veniva estratta dal lichene Oricello (Roccella tinctoria).
Fig. 5 – Codex Purpureus Rossanensis, 550 ca.,
 Museo diocesano e del Codex Rossano.

Il colore giallo nel mondo medievale aveva solitamente una connotazione negativa: con questa tonalità venivano realizzate le vesti degli ebrei, dei musulmani e dei traditori (cfr. il mantello di Giuda nella celeberrima raffigurazione della “Cattura di Cristo” di Giotto, facente parte del ciclo decorativo della Cappella degli Scrovegni a Padova – Fig. 6). Diventa simbolo di follia quando questa tonalità vira verso il verde, per cui viene impiegato per contrassegnare i matti e i giullari. Talvolta, possiede connotazioni neutre o addirittura positive: difatti, vesti e panneggi gialli venivano spesso utilizzati per identificare alcuni santi, come San Pietro o San Giuseppe. La suddetta accezione negativa, inoltre, perde significato quando il materiale utilizzato per rendere questo colore è l’oro. Oltre ad essere largamente impiegato per realizzare i fondali delle opere su tavola e impreziosire le miniature dei codici, è il colore che caratterizza le aureole, le lumeggiature e le decorazioni delle vesti dei santi. Imperturbabile al trascorrere del tempo (non avendo la tendenza ad ossidarsi e/o alterarsi), l’oro simboleggiava regalità e conferiva ulteriore preziosità alle opere d’arte. Come pigmenti, invece, particolarmente utilizzati erano l’orpimento (As2S3), l’ocra gialla (FeO(OH)) e il giallorino, a base di piombo, stagno (Pb2SnO4) e talvolta silicio (Pb(Sn, Si)O3). Anche in questo caso non mancavano le lacche: fra le più note vi è l’arzica, estratta dalla Reseda luteola e anche nota come guaderella.

Fig. 6 – Il bacio di Giuda (o Cattura di Cristo), Giotto di Bondone,
 1303-1305 ca., affresco, Cappella degli Scrovegni, Padova.

Ricchissimo di valenze e significati era il colore blu. Simbolo di spiritualità, trascendenza e regalità, è il colore che caratterizza il manto della Madonna e spesso contrassegnava gli appartenenti alle classi nobili. La luminosa tonalità, inoltre, allude dal punto di vista simbolico alla giustizia e alla fedeltà. I pigmenti utilizzati erano principalmente il lapislazzuli ((Na,Ca)8[Al6 Si6 O24](Sn-, S2-, SO42-, Cl-)1-2) e l’azzurrite (2CuCO3∙Cu(OH)2). Fra le sostanze coloranti, invece, si annoverano il guado, ricavato dalla pianta Isatis tinctoria, l’indaco, ottenuto dalla fermentazione delle foglie di Indigofera tinctoria, e il folium, anche detto tornasole, estratto dalla pianta Chrozophora tinctoria.

Come abbiamo già visto trattando del giallo, il colore verde alludeva alla follia e spesso veniva adoperato per ritrarre il diavolo e gli spiriti maligni. Spesso la suddetta tonalità veniva indossata dai mercanti, dai banchieri e dai membri delle loro famiglie; inoltre, era associata ai concetti di fecondità e fertilità (ricordate l’abito verde della moglie del mercante Giovanni Arnolfini, ritratta assieme al marito nel celebre dipinto di Van Eyck? – Fig. 7). Per realizzare il verde, veniva spesso mescolata la lacca gialla ottenuta dalla pianta dello zafferano (Crocus sativus) con l’azzurrite. Altre sostanze coloranti impiegate erano il verde linfa, estratto dal succo delle bacche di Rhamnus frangula, e il verde iris, ottenuto dal succo delle medesime piante, particolarmente adatto per la realizzazione dei manoscritti miniati. Inoltre, per realizzare il colore verde veniva adoperato il verderame o verdigris, un pigmento a base di acetato basico di rame, ottenuto ponendo delle lamine di rame a contatto con l’aceto (sostanza largamente impiegata in questo periodo storico come disinfettante durante le epidemie).

Fig. 7 – Ritratto dei coniugi Arnolfini, Jan van Eyck,
1434, olio su tavola, National Gallery, Londra.

Il nero, un “colore - non colore” come il bianco, simboleggiava l’umiltà, la penitenza e il lutto (come nella nostra attuale tradizione), ed era adoperato in particolar modo durante il periodo di Quaresima; caratterizzava principalmente i paramenti degli ecclesiastici. Essendo generalmente associato all’oscurità e al male, era, inoltre, utilizzato dagli artisti medievali per contraddistinguere le figure diaboliche che, in alternativa, erano ricoperte da pelose pellicce. I pigmenti utilizzati per la realizzazione del nero era fondamentalmente il nerofumo o, ad ogni modo, sostanze di colore scuro costituite da residui a base di carbonio, ottenute mediante carbonizzazione di altri materiali (legna, vite, noccioli, ossa, avorio, ecc.).

Se questo articolo ha attirato la vostra attenzione e volete approfondire l’argomento, vi riporto in bibliografia alcuni testi utili!


Bibliografia
- Condra J., The Greenwood Encyclopedia of Clothing Through World History, vol. 1, Prehistory to 1500 CE, Greenwood Publishing Group, 2008;
- Condra J., The Greenwood Encyclopedia of Clothing Through World History, vol. 2, 1501-1800, Greenwood Publishing Group, 2008;
- Cennini C., Il libro dell’arte, 1390 circa, a cura di F. Brunello, Neri Pozza Editore, 2001;
- Ball P., Colore – una biografia, Bur, 2001;
- Gage J., Color and Meaning: Art, Science, and Symbolism, University of California Press, 1999;
- West F., Artists’ Pigments, Oxford University Press, 1997;
- Duby G., Aries P., A History of Private Life: Revelations of the Medieval World, vol. 2, Belknap Pr., 1993;
- Thompson D., The Materials and Techniques of Medieval Painting, Dover, 1956.

Commenti

Etichette

Film&Art Archeologia Emanuele Dell'Aglio Metalli Conservazione Silvia Soncin Chimica Research for Cultural Heritage Analisi Diagnostiche News from Diagnostic World Restauro Colore Musei Degrado Diagnostica non invasiva Spettroscopia Raman Tecniche non invasive Resti Umani UNESCO Carta Spettroscopia Studi di provenienza autori ospiti Arte Contemporanea Ceramica Coloranti Datazione Elettrochimica Film Gemme Imaging Medioevo Van Gogh Archeometria Corrosione Diagnosta Dipinti Egitto Lapidei Pittura Pompei Spettrometria di Massa Spettrometro di Massa Vetro arte tecnica pittorica ANEDbc ANEDbc racconta Alessadra Virga Artemisia Gentileschi Audiovisivi Bronzo ENEA Ercolano Esperto scientifico per i beni culturali Laser Leonardo da Vinci Libri Luce Machine Learning Materiali Materiali di origine animale Microscopia Modeling 3D Museo NfDW Papiri Picasso Piombo Rame Sincrotrone Tecnologie Voltammetria di Microparticelle calce leganti libro tessuti vegetali ATR Adorazione dei Magi Alimenti Antropologia Archeoastronomia Biodeterioramento Cervello Chiara Lucarelli Cinema Colori Costantino D'Orazio DNA Dagherrotipia Data Science FT-IR Ferro Firenze Fotografia Gaia Piccardi Galleria degli Uffizi Gialli di cadmio Graphic Novel Inquinamento Atmosferico KHA Lacche Legno Leonardo Mass Spectrometry Materiali cartacei Materiali lapidei Memoria Michelangelo Microscopia elettronica ESEM Modelli tridimensionali Monitoraggio Musei Vaticani Musei virtuali Museo Egizio Nanomateriali Ottica Papiri carbonizzati Parchment Pellicole Prodotti innovativi Proteine Restauro digitale Rinascimento Roma SERS Storia del Restauro Strumenti musicali Termoluminescenza Tomografia Computerizzata (CT) Tomografia a Raggi X a Contrasto di Fase Vermeer Vesuvio Vincent Van Gogh ZooMS acceleratori adesivi biologia cancro del bronzo colla colorante dipinti ad olio doratura inchiostri isotopi stabili microtomografia Raggi X pietre preziose pulitura radiocarbonio raggi-X rosso supporto scrittorio AAMs ANOVA Ablation Actinobatteri Adriana Iuliano Affresco Akhenaton Alabastro Alberto Angela Alessandro Guiccioli Alkali Activated Materials Amarna3D Project Ambiente Amedeo Modigliani Analisi 3D Analisi degli Isotopi Stabili Analysis of variance Andrea Bisciotti Annerimento Antico Egitto Anton Cechov Antonio Ligabue Antonio Stradivari Arazzi Archaeobotanica Archeologia Giudiziaria Archeologia Invisibile Archeologia subacquea Archeology Archeomafie Architettura Argento Arsenico Arte Povera Arte moderna Arte naif Artemisia Gentileschi pittrice guerriera Artista Assorbimento Atacama Attribuzione Autobiografia Avorio Azzurrite Beatrice Luzi Benedetta Vitale Benzotriazolo Bible Bioprodotto Biopulitura Birra Blu Blu Egizio Bolzano Book Brienne Collection British museum CERN CSGI Caffè Calchi Cammeo Campus Ravenna Cantiere Cappella Sansevero Cappella Scrovegni Caravaggio segreto Casa del Bicentenario Cemento Ceprano Chiara Manfriani Christie's Chrozophora tinctoria Ciclo pittorico Cile Cina Cinquecento Cioccolato Claudia Cricchio Claudia Moricca Cleaning Codice dei beni culturali Conservazione Preventiva Consolidamento Coppa di Licurgo Corallo Coronavirus Crimini contro il Patrimonio Culturale Cromatografia DESY DNA antico Danza Datazione U-Th Datazione al radiocarbonio Declorazione Diamanti Dieter Berner Diffrattometria Neutronica Dimorfismo Sessuale Dipinti su tavola Docu&Art Donatello Draka distribution ESRF Edmond de Belamy Egon Schiele Elementi in traccia Elio Giordano Emanuele Imbucci Enrico Lo Verso Erosione Esposizione Espressionismo Eufronio Falsificazione Fata verde Fenici Figure Final Portrait Foro di Augusto Fossilizzazione Fotocatalizzatori Fotoemissione Fotoluminescenza Francesca Gherardi Frida Kahlo Fruizione Gaia Servadio George Byron Gesso Ghisa Giacometti Giallo di Napoli Gioacchino Rossini Gioconda Giorgio Diritti Golden Lilium Gallery Goujian Gran Sasso Heinrich Schliemann Howard Carter INFN IRMS Idrogel Nanostrutturato Il viaggio a Reims Illuminazione Imaging XRF Inibitori Biologici Insetti Internet of Things Intervista Io sono fuoco Isabella Otto Italia Ivano Marescotti Johannes Vermeer John Ruskin LAM LIF Laboratorio Laboratorio Arvedi di Diagnostica Non-Invasiva Lacca Lapislazzuli Laser Scanner Laura Parducci Layer Amplification Method Lazurite Leghe Letterlocking Louvre MIT MIUR Macchina di Antikythera Malte Marcatura ottica Margaret Keane Maria Bernadette Melis Marina Abramovic Marmo Matisse Maya Blu Mercurio Messaggi nascosti MiBACT Michelangelo Buonarroti Michelangelo infinito Microclima Microstruttura Mikhail Bulgakov Modigliani Modì Monetazione Romana Monna Lisa Mozia Muoni Murex Brandaris Museo Archeologico dell'Alto Adige Nanocellulosa Nanotecnologie Nasiergel Nastri magnetici Neandertal Nero Nopalgel Northumbria University Notre Dame de Paris Obvious Occhio Opera lirica Opera&Art Opere Policrome Opificio delle Pietre Dure Ossidiane Ossido di Zinco Ottica Non Lineare PIXE Padova Palazzo Guiccioli Palmira Percezione Performance Pergamena Perkin Peste Petrografia Philippe Daverio Physically Based Renderer Pietre ornamentali Piogge acide PlayStation Podcast Porcellana Porpora Porpora di Tiro Potere Risolutivo Progetto Grande Rilevanza Italia - Messico RGB Rafael Parra Raggi X Realtà Virtuale Reazioni chimiche Reggia Rendering Repliche Research Riccardo Falcinelli Riflessione Risoluzione SEM-EDS Sacra Sindone Sali solubili Salvator Mundi Scientia ad Artem3 Secessione viennese Seconda Armonica Sheele Sindone Sistina Smaltino Smeraldo Sofia Podestà Solfatazione Sound and Vision The Hague Spettroscopia FTIR Spettroscopia di Impedenza Elettrochimica Spolvero Sticky-Shed Syndrome Stonehenge Storia dell'arte Storie dell'arte Storie di Sant'Orsola Street art Strontium isotopes Strumenti ad arco Syrtos Syrtos a tre passi TEM TLS Tecnica EVA Tel el Amarna Teleri Teoria del Restauro Terahertz Terre rare Tessuti fossili The cleaner Titanio Tiziana Pasciuto. Turismo Tutankhamon Uffizi Università di Bologna Urina VIMP VMP Valentina Risdonne Vantablack Venaria Reale Venezia Verde Victoria and Albert Museum Videogiochi Vinegar Syndrome Vino Violini Viollet-le-Duc Visione Vittore Carpaccio Volevo nascondermi William Turner Workshop XPS XRF Zooarchaeology Zucchero affreschi alcool algoritmo ambra ametista art assenzio bagnabilità cattura del movimento celadonite cera ciclotrone cinabro cloro code colla animale colla di bue colla forte collanti colorante di sintesi cultural heritage dieta documentario escher foglia d'oro folle storia dell'arte follia formazione formula chimica garavella giallo indiano i colori dell'anima idrogel il gesto dell'arte illusioni ottiche imprimiture liuteria malattia mentale manoscritti medievali marine reservoir effect mauveina minerali minio mosaico mostra nastri adesivi natura del materiale nerofumo oli siccativi origine animale origine vegetale oro paleodieta particelle patrimonio culturale immateriale pelle pietre processo fotossidativo proteomica protoni registri mortuari Milano rimozione ritratto rocce significato sintetici solubilità sostanze adesive spettro elettromagnetico statistica storia del papiro storico dell'arte tempere tempere polisaccaridiche tempere proteiche tempo di presa tintura tinture triangolo di Teas viola viscosità Ötzi
Mostra di più