News From Diagnostic Word: studiare le foglie oro del XIV e XV secolo
Se seguite questo blog da un po’, saprete bene che la doratura è stata una tecnica decorativa molto amata dagli artisti di tutti i tempi e utilizzata su materiali e superfici spesso diversissimi tra di loro. Certamente, le tavole dipinte a “fondo oro” sono le opere che, tra tutte, meglio rappresentano nell’immaginario comune l’uso dell’oro nella storia dell’arte. In Italia, la produzione di tavole a fondo oro ha avuto un notevole sviluppo tra il XIV e il XV secolo e ha visto l’uso quasi esclusivo della cosiddetta foglia oro.
Proprio su questo particolare prodotto, tanto pregiato quanto delicato, si è soffermata la ricerca di un gruppo di scienziati, che ha deciso di misurare e caratterizzare i piccoli quadrati d’oro utilizzati in Italia da Simone Martini, Taddeo Gaddi, Gentile da Fabriano, Fra Angelico, Masaccio e Giovanni di Paolo.
I ricercatori hanno usato una particolare attrezzatura che applica la spettroscopia di fluorescenza a raggi X (MA-XRF), la quale possiede una notevole risoluzione spaziale e permette di effettuare studi di tipo non invasivo sulle opere d’arte. Avere uno strumento che opera ad alta risoluzione ha permesso di ottenere informazioni importantissime sulla doratura, come la dimensione dei singoli fogli d’oro, le modalità della loro applicazione su tavola e la sequenza con la quale questi sono stati incollati sulla tavola. I risultati, comparati con le informazioni storiche legate agli artisti, alle corporazioni delle Arti e dei Mestieri e alle singole opere d’arte, hanno fornito ai ricercatori informazioni importanti sulla provenienza geografica delle opere, come pure sul loro periodo di realizzazione. Inoltre, studiando la mappa di distribuzione dell’oro (ottenuta sempre grazie ai raggi X) è stato possibile individuare le diverse tecniche di doratura utilizzate, caratterizzate ad esempio da una diversa metodologia di applicazione delle foglie oro per sovrapposizione, dall’utilizzo di frammenti di oro avanzato e da peculiarità esecutive tipiche per ogni pittore.
Attraverso la raccolta di simili informazioni su un numero sempre maggiore di opere a fondo oro, sarà possibile realizzare un utile e ricco database diagnostico per poter fornire un’attribuzione temporale, geografica o di bottega ad un dipinto di cui non si hanno notizie certe. Altra possibilità potrebbe essere, inoltre, quella di ridare unità a porzioni di polittico che, per i motivi più disparati, sono state smembrate nei secoli.
L’articolo, dal titolo “Visualizing and measuring gold leaf in fourteenth- and fifteenth-century Italian gold ground painting using scanning macro X-ray fluorescence spectroscopy: a new tool for advancing art historical research” è disponibile qui in modalità open access.
Proprio su questo particolare prodotto, tanto pregiato quanto delicato, si è soffermata la ricerca di un gruppo di scienziati, che ha deciso di misurare e caratterizzare i piccoli quadrati d’oro utilizzati in Italia da Simone Martini, Taddeo Gaddi, Gentile da Fabriano, Fra Angelico, Masaccio e Giovanni di Paolo.
I ricercatori hanno usato una particolare attrezzatura che applica la spettroscopia di fluorescenza a raggi X (MA-XRF), la quale possiede una notevole risoluzione spaziale e permette di effettuare studi di tipo non invasivo sulle opere d’arte. Avere uno strumento che opera ad alta risoluzione ha permesso di ottenere informazioni importantissime sulla doratura, come la dimensione dei singoli fogli d’oro, le modalità della loro applicazione su tavola e la sequenza con la quale questi sono stati incollati sulla tavola. I risultati, comparati con le informazioni storiche legate agli artisti, alle corporazioni delle Arti e dei Mestieri e alle singole opere d’arte, hanno fornito ai ricercatori informazioni importanti sulla provenienza geografica delle opere, come pure sul loro periodo di realizzazione. Inoltre, studiando la mappa di distribuzione dell’oro (ottenuta sempre grazie ai raggi X) è stato possibile individuare le diverse tecniche di doratura utilizzate, caratterizzate ad esempio da una diversa metodologia di applicazione delle foglie oro per sovrapposizione, dall’utilizzo di frammenti di oro avanzato e da peculiarità esecutive tipiche per ogni pittore.
Particolare della mappatura delle foglie oro di uno dei dipinti studiati. Immagine estratta dalla Figura 1 dell'articolo |
Attraverso la raccolta di simili informazioni su un numero sempre maggiore di opere a fondo oro, sarà possibile realizzare un utile e ricco database diagnostico per poter fornire un’attribuzione temporale, geografica o di bottega ad un dipinto di cui non si hanno notizie certe. Altra possibilità potrebbe essere, inoltre, quella di ridare unità a porzioni di polittico che, per i motivi più disparati, sono state smembrate nei secoli.
L’articolo, dal titolo “Visualizing and measuring gold leaf in fourteenth- and fifteenth-century Italian gold ground painting using scanning macro X-ray fluorescence spectroscopy: a new tool for advancing art historical research” è disponibile qui in modalità open access.
Articolo originale: https://heritagesciencejournal.springeropen.com/articles/10.1186/s40494-019-0271-0
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