News from Diagnostic World: Analisi dei metalli nelle ossa umane come registratori dell’inquinamento atmosferico nel passato
Oggi siamo ben consapevoli della tossicità del piombo e del mercurio sulla salute umana, tanto che le loro concentrazioni sono monitorate in diverse popolazioni da organismi internazionali.
Tuttavia, in passato gli uomini non conoscevano la pericolosità di questi due metalli e li usavano ampiamente per produrre strumenti, in cucina e come medicinali in epoca preindustriale, soprattutto in quella romana, come abbiamo già visto tempo fa in un nostro articolo.
Una volta assorbiti dall'organismo, entrambi i metalli vengono incorporati nei tessuti molli e nelle ossa attraverso la circolazione sanguigna, causando ritardi nella crescita, cancro, insufficienza cerebrale e renale, problemi nel funzionamento cardiovascolare e persino la morte. In particolare, il piombo, oltre a prendere di mira il sistema nervoso, come il mercurio, si accumula nello scheletro ed è particolarmente pericoloso quando viene rilasciato durante periodi di stress fisiologico e turnover osseo.
L’interessante e recentissimo studio che vi proponiamo oggi è stato pubblicato da un gruppo di ricercatori spagnoli, il quale ha analizzato antichi scheletri umani di entrambi i sessi e di età alla morte diverse, rinvenuti in buono stato di conservazione nella necropoli archeologica di A Lanzada, in Spagna, dove sono presenti due aree funerarie: una romana (I-V secolo d.C.) e una del periodo post-romano e medioevale (V-VII secolo d.C.).
I dati sono stati poi confrontati con gli archivi ambientali per tracciare un profilo dell'inquinamento da piombo e mercurio ai tempi dell'Impero Romano nella Penisola Iberica nord-occidentale.
L’originalità di questo lavoro è nell’approccio alla misura della concentrazione del mercurio e del piombo, mediante lo spettrometro di massa a plasma ad accoppiamento induttivo (ICP-MS). La composizione isotopica del piombo è stata, invece, determinata con lo spettrometro di massa a collettore multiplo con sorgente al plasma (MC-ICP-MS).
I risultati mostrano che per un periodo di 700 anni i Romani hanno presentato nelle loro ossa una concentrazione di mercurio e piombo due volte maggiore rispetto agli abitanti dello stesso sito in epoca post-romana e valori del rapporto isotopico 206Pb/207Pb più bassi, indipendentemente dal sesso o dall'età.
Il confronto con gli archivi ha poi mostrato come la composizione isotopica dei campioni di ossa di A Lanzada rispecchi effettivamente i cambiamenti nella deposizione atmosferica di Pb registrati nelle torbiere locali della Spagna nord-occidentale, in maniera coerente con le ricostruzioni dell'inquinamento atmosferico di questi metalli nella regione.
Pertanto, i dati della necropoli di A Lanzada indicano che le ossa umane archeologiche possono essere utilizzate come archivio ambientale dell'inquinamento atmosferico del passato con buona affidabilità.
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Martina
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