Il legno (Seconda parte)
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Il legno, in base alle sue caratteristiche fisiche, si distingue in:
Fig. 1) Rappresentazione schematica di legno omoxilo. |
Le fibrotracheidi hanno sia la funzione di sostegno della pianta che di conduzione delle sostanze nutritive; sono caratterizzate da pareti lignificate con punteggiature areolate.
Le tracheidi, invece, presentano una parete meno ispessita e sono anch’esse caratterizzate da punteggiature areolate. Le tracheidi si trovano nella zona primaticcia dell’anello, perché durante la ripresa vegetativa c’è maggiore disponibilità nell’ambiente di sostanze nutritive, per cui la pianta tende ad immagazzinarne quanto più ne è capace, mentre nella zona tardiva prevalgono le fibrotracheidi.
Altro tipo di cellule presenti nel legno omoxilo sono le parenchimatiche: molto attive dal punto di vista metabolico, solitamente costituiscono i raggi, che sono sempre uniseriati, cioè costituiti da una sola fila di cellule. Quando questi circondano i canali resiniferi, che però non sono presenti in tutti gli esemplari di legno omoxilo, diventano pluriseriati. Le cellule parenchimatiche si distinguono dalle tracheidi in base al tipo di punteggiatura: infatti ne presentano sempre semplici, mentre nelle tracheidi sono areolate.
Un esempio di legno omoxilo è l’abete rosso, scientificamente noto col nome di Picea abies. Si tratta di un albero facente parte della famiglia delle Pinaceae: è tipico del panorama alpino, anche se è ampiamente diffuso in tutta Europa. È un legno resistente, leggero ed elastico. Possiede una corteccia rossastra, da cui si origina il nome, che tende a ingrigirsi col tempo; inoltre è una delle piante più longeve conosciute.
Come si può osservare nella sezione trasversale del legno, presenta una struttura pressoché uniforme, con la presenza di canali resiniferi (Fig. 2).
La sezione radiale (Fig. 3) risulta utile per il riconoscimento: difatti diagnostica è l’individuazione delle punteggiature areolate, solitamente uniseriate, sulle tracheidi e la presenza di punteggiature pressoché piceoidi all’interno dei campi d’incrocio.
Fig. 2) Sezione trasversale di Picea abies (da Wood Anatomy). |
Fig. 3) Sezione radiale di Picea abies (da Wood Anatomy). |
Il legno d’abete rosso ha ottime proprietà di amplificazione del suono, tanto che viene denominato “di risonanza” per le sue qualità acustiche: è proprio per questo motivo che viene utilizzato nella costruzione delle tavole armoniche degli strumenti a corda da tempi immemori. Quello più celebrato e ricercato proviene dalla Val di Fiemme.
Per la costruzione dei cordofoni viene scelto un tipo particolare di legno, proveniente dal cosiddetto abete “maschio”, che presenta delle anomalie di accrescimento, anche dette “maschiature”: infatti, sollevando una piccola porzione di corteccia dell’abete, i legni da selezionare presentano un profilo unghiato, con delle particolari introflessioni. Inoltre, viene preferito il legno avente una venatura dritta e regolare. L’abete utilizzato per la realizzazione degli strumenti è impropriamente denominato “maschio” poiché, come la maggior parte delle conifere, è una pianta monoica, in cui i caratteri femminili e maschili coesistono.
In aggiunta, dalla distillazione della resina dell'abete rosso si ottiene la trementina, un’oleoresina da cui si ricavano l'essenza di trementina, la colofonia e gli oli essenziali. Questi prodotti contengono l'α-pinene, un composto organico caratterizzato da una diversa isomeria a seconda della locazione delle piante da cui proviene, ovvero tendenzialmente destrogira per le piante americane e levogira per quelle europee.
Fig. 4) Rappresentazione schematica del legno eteroxilo. |
ovuli sono protetti da un ovario, possiede una grande diversità di cellule specializzate.
Sono costituiti da diversi elementi quali:
• Trachee o vasi, delle strutture costituite da più cellule impilate l’una sull’altra con pareti che
si sovrappongono e vengono in parte riassorbite: in questa zona di contatto si ritrovano le perforazioni, ovvero delle aperture che mettono in comunicazione i due elementi tracheali. Esse possono essere semplici, se resta una sola traccia dell’unione dei due elementi, o multiple, quando le tracce sono maggiori e hanno forme particolari, per cui si dicono scalariformi, foraminate, ecc. A seconda del tipo di perforazione si può risalire al tipo di legno analizzato. Il resto della parete del singolo elemento è caratterizzato da punteggiature areolate.
Si possono distinguere facilmente i vasi creatisi nella zona primaticcia, detti anche “cerchia porosa”, diversi da quelli presenti nella zona tardiva poiché sono cinque volte più grandi di quest’ultimi.
• Cellule parenchimatiche, presenti anche in questo caso nei raggi ma che possono
essere omogenei e pluriseriati, ovvero caratterizzati da più file di elementi uguali fra loro, o addirittura eterogenei, sia uni che pluriseriati.
• Fibre, ovvero cellule morte, allungate e appuntite all’estremità che servono a conferire sostegno e rigidità alla pianta: difatti, hanno una parete per lo più lignificata.
Fig. 5) Sezione trasversale di Acer campestre (da Wood Anatomy). |
La tipologia di legno che lo caratterizza è totalmente diversa rispetto all’abete: difatti è ben evidente nella struttura del legno una porosità diffusa, come si può osservare nell’immagine in sezione trasversale (Fig. 5).
Alcune specie sono particolarmente privilegiate in liuteria, come l’Acer pseudoplatanus, comunemente conosciuto come l’acero montano o acero sicomoro, poiché le sue foglie assomigliano a quelle della pianta di Ficus sycomorus. È un tipo di legno duro e resistente: molto adatto per la costruzione degli strumenti musicali ad arco (come ad esempio i violini), poiché serve a riflettere la maggior parte del suono prodotto, dopo che esso si è espanso grazie alle venature che caratterizzano l’abete rosso.
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