Film&Art: Il senso della bellezza- Arte e Scienza al CERN
"Non esiste una definizione matematica della bellezza, però la vedi, quando la incontri"
Quanto possono essere vicine l’arte e la scienza? Quanto possono avere in comune il lavoro di un artista e quello di uno scienziato? Secondo Valerio Jalongo, regista de “Il senso della bellezza”, molto. Nel suo lavoro, Jalongo cerca di descrivere il concetto di bellezza per la scienza, di bellezza nella scienza e la similitudine che c’è tra questa bellezza e quella “tradizionale” dell’arte. Il tutto attraverso il dialogo con importanti artisti contemporanei e illustri ricercatori del CERN di Ginevra.
Per chi non lo conoscesse, il CERN (Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) è un istituto di ricerca internazionale fondato nel 1954 da 12 paesi, attraverso la firma di una convenzione che stabilì la nascita di un laboratorio per fare ricerca nel campo della fisica fondamentale. Un laboratorio i cui risultati sarebbero stato messi a disposizione di tutti e in cui si sarebbe favorita la collaborazione internazionale. In questo luogo di pace e cooperazione, ad esempio, è nato il World Wide Web (il “www” dei nostri siti internet).
All’apparenza arida ed esteticamente poco accattivante, la cittadella della scienza di Ginevra nasconde al suo interno una particolare bellezza, non visibile attraverso immagini o figure, ma rappresentabile con formule e leggi matematiche. Questa insolita forma di eleganza e bellezza si esprime attraverso l’interpretazione dei dati ottenuti dagli esperimenti dell’LHC (Large Hadron Collider). Il grande collisore di adroni è, con i suoi 27 km di circonferenza, il più grande e potente acceleratore di particelle mai costruito. Una macchina che il regista definisce poetica: non fa parte di un ciclo di produzione, non fabbrica cose, sostanzialmente non serve a nulla… se non a cercare risposte.
Si capisce, ascoltando le parole degli intervistati, come un bell’esperimento scientifico sia paragonabile ad un’opera d’arte (intesa non solo come arte figurativa, ma come performance, musica, coreografia). Artisti e fisici hanno domande e intuizioni ed entrambi, per rispondere alle loro domande, devono sperimentare.
Il film, disponibile gratuitamente su RaiPlay, vale davvero la pena di essere visto: non importa quanto ne sappiate di fisica quantistica, tutto sarà estremamente semplice da capire grazie al racconto per immagini (che siano di arte, natura o scienza), che vi incanteranno anche nei titoli di coda.
Anche un acceleratore di particelle, se visto con gli occhi giusti, può essere considerato un’opera d’arte.
Per chi non lo conoscesse, il CERN (Consiglio Europeo per la Ricerca Nucleare) è un istituto di ricerca internazionale fondato nel 1954 da 12 paesi, attraverso la firma di una convenzione che stabilì la nascita di un laboratorio per fare ricerca nel campo della fisica fondamentale. Un laboratorio i cui risultati sarebbero stato messi a disposizione di tutti e in cui si sarebbe favorita la collaborazione internazionale. In questo luogo di pace e cooperazione, ad esempio, è nato il World Wide Web (il “www” dei nostri siti internet).
All’apparenza arida ed esteticamente poco accattivante, la cittadella della scienza di Ginevra nasconde al suo interno una particolare bellezza, non visibile attraverso immagini o figure, ma rappresentabile con formule e leggi matematiche. Questa insolita forma di eleganza e bellezza si esprime attraverso l’interpretazione dei dati ottenuti dagli esperimenti dell’LHC (Large Hadron Collider). Il grande collisore di adroni è, con i suoi 27 km di circonferenza, il più grande e potente acceleratore di particelle mai costruito. Una macchina che il regista definisce poetica: non fa parte di un ciclo di produzione, non fabbrica cose, sostanzialmente non serve a nulla… se non a cercare risposte.
Si capisce, ascoltando le parole degli intervistati, come un bell’esperimento scientifico sia paragonabile ad un’opera d’arte (intesa non solo come arte figurativa, ma come performance, musica, coreografia). Artisti e fisici hanno domande e intuizioni ed entrambi, per rispondere alle loro domande, devono sperimentare.
Il film, disponibile gratuitamente su RaiPlay, vale davvero la pena di essere visto: non importa quanto ne sappiate di fisica quantistica, tutto sarà estremamente semplice da capire grazie al racconto per immagini (che siano di arte, natura o scienza), che vi incanteranno anche nei titoli di coda.
Anche un acceleratore di particelle, se visto con gli occhi giusti, può essere considerato un’opera d’arte.
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