News from Diagnostic World: Il Salvator Mundi di Leonardo e lo studio ottico sul suo globo
Il dibattutissimo Salvator Mundi, un dipinto ad olio su tavola attribuito a Leonardo da Vinci, resta ancora al centro di dubbi, perplessità ed indagini scientifiche. L’opera è testimone di un primato nella storia del mondo dell’arte: difatti, nessun altro manufatto artistico è stato mai venduto all’asta ad un prezzo pari o superiore al suo, ovvero alla bellezza di 450 milioni di dollari!
Al centro di questo studio, sviluppato dall’University of California Irvine, vi sono alcuni fra gli interrogativi che maggiormente hanno turbato gli studiosi del genio fiorentino: il globo che sorregge il Cristo rispecchia fedelmente le leggi dell’ottica geometrica? Da che tipo di materiale è costituito?
Fig. 1: Modello tridimensionale virtuale adoperato per studiare le proprietà ottiche della sfera. |
Numerose sono state le ipotesi che nel corso degli anni hanno tentato di dare una risposta a questi interrogativi. A chi sosteneva la teoria che si trattasse di una sfera di cristallo piena, altri rispondevano che il globo fosse cavo, a causa della mancanza apparente di distorsioni sia sullo sfondo che sui tre puntini bianchi presenti sulla sua superficie. Misteriosa è, appunto, anche la natura di questi tre elementi che, a detta dello storico dell’arte britannico Martin Kemp (che contribuì all’autenticazione dell’opera), non costituirebbero delle bolle sferiche nel globo vitreo bensì delle inclusioni, come quelle presenti nei cristalli di rocca. Nonostante il vivace dibattito, che vi invito ad approfondire leggendo gli articoli che troverete in fondo a questo News, ricerche archivistiche hanno appurato che nel 1499, anno di datazione attribuito all’opera d’arte, Leonardo conducesse degli studi di ottica (Richter, 1883) e che quindi fosse a conoscenza delle leggi basilari di questa branca della fisica. Ciò può dare vita a due differenti ipotesi:
- la sfera ritratta non è piena, in quanto il palmo della mano del Cristo non sarebbe visibile e, a dispetto delle leggi dell’ottica, le pieghe della veste non risultano invertite e ingigantite;
- Leonardo non ha voluto rappresentare l’elemento come se fosse uno scienziato che registra fenomeni naturali (teoria sostenuta e ribadita da Kemp).
Gli studiosi dell’università californiana hanno cercato di dare la loro risposta adoperando la computer grafica. Dapprima è stato realizzato un modello virtuale tridimensionale dell’opera (Fig. 1); successivamente, mediante l’utilizzo di un sofisticato strumento grafico (PBR – Physically Based Renderer), il quale rende la fisica del flusso luminoso rispettando le leggi dell’ottica geometrica, sono state simulate diverse configurazioni che tengono conto sia della fonte di luce che delle proprietà del materiale che costituisce il globo (Fig. 2a, 2b).
Fig. 2: a) Rendering di una sfera piena; b) Rendering di una sfera vuota. |
Da questa analisi, risulta che si tratti di una sfera vitrea cava posta a distanza di 25 centimetri dal corpo del Cristo, dello spessore di circa 1,3 millimetri e con un raggio di poco meno di 7 centimetri. Tuttavia, lo studio non ha fatto altro che riaprire la questione e riaccendere il dibattito che, senz’altro, culminerà in nuove teorie e futuri studi.
Se la tematica vi ha appassionato e intrigato, vi invito a leggere in maniera più approfondita questo interessante studio al seguente link.
- M. Liang, M. T. Goodrich, S. Zhao, On the optical accuracy of the Salvator Mundi, ArXiv.org: https://arxiv.org/abs/1912.03416
- M. Kemp, Sight and salvation, Nature, 479:174–175, 2011: https://www.nature.com/articles/479174a
- A. Noest, M. Kemp, Art history: No refraction in Leonardo’s orb, Nature, 480:457, 2011: https://www.nature.com/articles/480457a
- J. P. Richter, The Literary Works of Leonardo da Vinci: Compiled and Edited from the Original Manuscipts. Sampson Law, Marston, Searle & Rivington, 1883:
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