News from diagnostic world: electrochemical identification of painters/workshops: the case of Valencian Reinassance-Baroque painters
Una delle indagini più intriganti per un conservation scientist è la discriminazione di pigmenti, lo studio della tecnica pittorica e, in generale, dei materiali utilizzati da un artista e dalla sua bottega. Queste ricerche vengono solitamente effettuate con tecniche come la spettroscopia Raman o la fluorescenza a raggi X, le quali forniscono indicazioni sulla chimica (solitamente molto eterogenea) dei vari componenti che costituiscono l’opera pittorica.
Nella rubrica di oggi vi proponiamo un recente studio [link articolo] che ha sfruttato le potenzialità della voltammetria di microparticelle (VIMP) per discriminare i pigmenti a base di piombo e le relative botteghe artistiche in cui le opere venivano realizzate.
L’idea di base è che ogni artista ed ogni bottega in passato usasse dei composti specifici (oli, pigmenti, vernici) e che quindi essi siano tendenzialmente “caratteristici” di un determinato pittore: d’altronde è risaputo che gli artisti si preparassero da soli i pigmenti da utilizzare. I materiali studiati nella ricerca condotta dal team di Doménech-Carbó provengono da dodici dipinti ad olio eseguiti tra il 1550 e il 1670 (nel periodo di transizione dal Rinascimento al Barocco) nella regione valenciana (Spagna). Si tratta di sezioni campionate dall’opera dell’ordine dei micrometri ottenuti durante i restauri di tali dipinti e su cui si sono anche eseguite analisi al microscopio elettronico.
Per l’analisi voltammetrica sono stati considerati principalmente i pigmenti di piombo da cui si è ottenuto il tipico profilo voltammetrico di questo elemento, particolarmente sensibile all’analisi elettrochimica. Mediante lo sviluppo di un modello teorico, la relazione tra le correnti di picco dei campioni provenienti da dipinti diversi ha permesso agli autori di ottenere un raggruppamento dei pittori secondo il loro laboratorio di origine.
Naturalmente la questione è molto complessa ed i problemi da considerare sono esplicitamente dichiarati dagli autori: ad esempio, i materiali pittorici possono variare molto nel corso della carriera di un'artista e quindi si otterrebbero risultati diversi se si considerassero prodotti utilizzati all’inizio e alla fine della carriera del pittore. Inoltre, la quantità stessa di materiale utilizzato in un dipinto (in termini di pennellata, ad esempio) varia in zone limitrofe all’interno dello stesso dipinto e l’analisi di micro campioni potrebbe risultare non rappresentativa.
Questo lavoro, tuttavia, rappresenta un primo approccio al problema dell’identificazione di materiali e pittori mediante l’uso della voltammetria di microparticelle. Ci sarà certamente bisogno di approfondire e consolidare il metodo, il quale fin d’ora mostra buone possibilità di essere adottato a questo scopo.
Nella rubrica di oggi vi proponiamo un recente studio [link articolo] che ha sfruttato le potenzialità della voltammetria di microparticelle (VIMP) per discriminare i pigmenti a base di piombo e le relative botteghe artistiche in cui le opere venivano realizzate.
L’idea di base è che ogni artista ed ogni bottega in passato usasse dei composti specifici (oli, pigmenti, vernici) e che quindi essi siano tendenzialmente “caratteristici” di un determinato pittore: d’altronde è risaputo che gli artisti si preparassero da soli i pigmenti da utilizzare. I materiali studiati nella ricerca condotta dal team di Doménech-Carbó provengono da dodici dipinti ad olio eseguiti tra il 1550 e il 1670 (nel periodo di transizione dal Rinascimento al Barocco) nella regione valenciana (Spagna). Si tratta di sezioni campionate dall’opera dell’ordine dei micrometri ottenuti durante i restauri di tali dipinti e su cui si sono anche eseguite analisi al microscopio elettronico.
Per l’analisi voltammetrica sono stati considerati principalmente i pigmenti di piombo da cui si è ottenuto il tipico profilo voltammetrico di questo elemento, particolarmente sensibile all’analisi elettrochimica. Mediante lo sviluppo di un modello teorico, la relazione tra le correnti di picco dei campioni provenienti da dipinti diversi ha permesso agli autori di ottenere un raggruppamento dei pittori secondo il loro laboratorio di origine.
Naturalmente la questione è molto complessa ed i problemi da considerare sono esplicitamente dichiarati dagli autori: ad esempio, i materiali pittorici possono variare molto nel corso della carriera di un'artista e quindi si otterrebbero risultati diversi se si considerassero prodotti utilizzati all’inizio e alla fine della carriera del pittore. Inoltre, la quantità stessa di materiale utilizzato in un dipinto (in termini di pennellata, ad esempio) varia in zone limitrofe all’interno dello stesso dipinto e l’analisi di micro campioni potrebbe risultare non rappresentativa.
Questo lavoro, tuttavia, rappresenta un primo approccio al problema dell’identificazione di materiali e pittori mediante l’uso della voltammetria di microparticelle. Ci sarà certamente bisogno di approfondire e consolidare il metodo, il quale fin d’ora mostra buone possibilità di essere adottato a questo scopo.
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