La ricerca diventa museo: visita ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso
La nascita di spazi espositivi aperti al grande pubblico, senza distinzione di classe sociale, risale ormai al 19 Settembre 1792, giorno in cui il ministro francese Roland decretò il passaggio delle collezioni reali d'arte della corona di Francia alla nazione francese. Con il passare dei decenni, si è sempre più consolidato il ruolo dei musei, non solo come luoghi di conservazione di beni culturali, ma anche come strumenti principali per educare il pubblico alla conoscenza, per farlo entrare in contatto con la propria civiltà e con quella di mondi diversi. Perché allora non sfruttare le grandi potenzialità di una struttura museale per avvicinare il pubblico ad un mondo che appare ancora così difficile, lontano e astratto, ovvero il mondo della ricerca?
Interno dei Laboratori Nazionale del Gran Sasso [Immagine presa dall'archivio immagini INFN] |
Sempre più spesso università e centri di ricerca aprono le porte per far conoscere le proprie attività e diminuire il senso di isolamento che circonda la ricerca negli ultimi anni. Oggi incontriamo Ambra Mariani, dottoranda in Fisica delle astroparticelle presso il GSSI, che da più di un anno ha il ruolo di guida presso i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
“I laboratori – ci spiega Ambra - sono dedicati allo svolgimento di esperimenti che studiano la fisica degli eventi rari; per questo motivo è importante essere "underground", ovvero sottoterra. La montagna, infatti, funziona come un ombrello che "ripara" dalla pioggia delle altre particelle. I due filoni principali di ricerca sono i neutrini (ovvero la ricerca del decadimento doppio beta senza neutrini e lo studio dei neutrini solari) e la materia oscura. Poi c'è il progetto LUNA che studia le reazioni che avvengono all'interno delle stelle.”
La visita guidata si svolge prima con un seminario nei laboratori esterni (circa 30 minuti), in cui vengono date le informazioni principali sia per quanto riguarda la struttura dei laboratori stessi sia per gli esperimenti che si andranno a vedere. Dopo il seminario un autobus conduce i visitatori con le rispettive guide ai laboratori sotterranei. Generalmente la visita viene organizzata in due gruppi da circa 20 persone, ciascuno con la rispettiva guida, e dura circa 45 minuti. Le visite vengono effettuate nel weekend e sono rivolte principalmente a scuole ed università. Inoltre, una volta l'anno (solitamente a fine maggio) si svolge l'open day, che è aperto a tutti previa prenotazione.
La visita ha luogo nelle tre sale principali dei laboratori (A, B e C) ed è possibile vedere (dall'esterno) gli esperimenti che ci sono all'interno di queste sale.
Ma quali sono le reazioni dei non addetti ai lavori a queste visite? “Le visite – aggiunge Ambra - suscitano sempre molta curiosità, anche perché l'ambiente e gli argomenti trattati sono molto particolari e lontani dell'immaginazione comune. Io penso che, in un certo qual modo, sia possibile creare una sorta di connessione tra pubblico e scienziato, raccontando e mostrando il proprio lavoro, soprattutto ai ragazzi, si riesce ad avvicinarli al mondo della scienza. Credo sia davvero molto utile avvicinare i ragazzi ad un mondo che sembra strano e sconosciuto e far capire alle persone che in realtà nella scienza non c'è nulla di magico, ma solo tanto studio e creatività.”
Non resta che aspettare il prossimo open day e prenotare una visita!
Per maggiori informazioni: https://www.lngs.infn.it/it
Alessandra
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