Book&Art: Marina Abramovic - Attraversare i muri
"Un tavolo e due sedie. È molto semplice. Non c’è quasi niente. C’è solo l’artista che sta là come una montagna. Una roccia. E ti guarda negli occhi."
Questa è l’idea alla base di “The Artist is present”, opera messa in scena dalla geniale Marina Abramovic nel 2010 presso il MoMA di New York. Per più di 700 ore nell’arco di 3 mesi l’artista ha fissato muta e immobile 1675 persone che si sono avvicendate davanti a lei, valorizzando la comunicazione energetica e spirituale tra artista e pubblico.
Il 20 gennaio scorso si è conclusa a Palazzo Strozzi una grande mostra di successo in suo nome: Marina Abramović. The Cleaner. Migliaia di visitatori hanno avuto la possibilità di conoscere una delle personalità più celebri e controverse dell’arte contemporanea. Autodefinitasi “Grandmother of performance art” (nonna della performance art), Marina Abramovic ha rivoluzionato con le sue opere l’idea di performance mettendo alla prova il proprio corpo, i propri limiti e le potenzialità di espressione.
Se questa artista eclettica e avanguardista vi ha incuriosito, ma non avete avuto modo di conoscere le sue opere di persona, non lasciatevi scappare Attraversare i muri , l’autobiografia pubblicata da Bompiani, che la Abramovic ha pubblicato in occasione dei suoi 70 anni, scritta con l'aiuto di James Kaplan, già biografo di Jerry Lewis e Frank Sinatra. Si tratta di una lettura franca, diretta, in cui sarà possibile scoprire non solo la Marina artista e le idee alla base della sua arte, ma anche la Marina donna, che racconta la disperazione dovuta ai ripetuti tradimenti di Ulay, suo compagno di vita e di arte.
L’autobiografia ripercorre le tappe principali della vita e della carriera dell’artista, dalla Belgrado di Tito ai viaggi in Oriente fino all’arrivo a New York. Una esistenza intensa e densa di avvenimenti, raccontata come un romanzo in cui la figura della Abramovic mostra il suo estro e la sua forza, senza nascondere mai le fragilità di una donna che ha vissuto con passione ogni attimo della propria vita. Esperienze che faranno comprendere al lettore l’evoluzione della sua arte. Da Rythm 10, la sua prima performance nel ‘73, in cui spalancò una mano su un foglio bianco e, impugnando un coltello con l'altra, colpì velocemente gli spazi tra un dito e l'altro cambiando pugnale quando sbagliava il bersaglio, ferendosi,fino a Balcan Baroque, in cui rimase sei giorni seduta su una montagna di ossa putride, pulendole una per una, come a lavar via le atrocità della guerra nei suoi Balcani, e con cui vinse il Leone d'oro alla Biennale di Venezia del ’97.
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