Book&Art: Cromorama di Riccardo Falcinelli
Per il Book&Art di oggi vi propongo un libro che, personalmente, ho trovato a dir poco meraviglioso. Forse non ci si dovrebbe sbilanciare così nello scrivere una recensione, ma Cromorama di Riccardo Falcinelli è un incredibile viaggio nella percezione del colore e di come esso influenza la nostra vita ogni giorno.
“Porpora simbolico”, “Blu Bovary” e “Verde illegale” sono alcuni dei capitoli del libro, il quale analizza un’ampia gamma di colori in base al loro uso contemporaneo, sia a livello industriale che nel mondo dell’arte e, soprattutto, in relazione alla nostra psiche. Sapevate, ad esempio, che in passato il blu era considerato un colore elitario e, dunque, indossato da chi desiderava mostrare agli altri la propria nobiltà? Tale concezione è ancora inconsciamente presente, tanto che, guardando la Bella e la Bestia della Disney, non ci accorgiamo del blu dei vestiti principali dei due protagonisti, disegnati e colorati dagli animatori Disney in onore della nobiltà d’animo dei due personaggi.
I colori, oggi, sono spesso diventati identificativi di un marchio: il rosso Coca-Cola e il turchese Tiffany, per esempio. La pubblicità, infatti, si basa sulla nostra capacità di associare un colore ad un oggetto materiale, favorendone il ricordo e, dunque, l’acquisto quando si entra nel campo del marketing; tale connessione psicologica tra la percezione del colore e la realtà è il filo conduttore di questo saggio sulla formazione dello sguardo moderno. Cromorama è un viaggio nel tempo perché non è possibile non trovare la radice del nostro presente nei coloranti e pigmenti prima della modernità (Cap. “Azzurro Costoso”): in questo contesto l’autore spiega, con uno stile fresco e chiaro, l’importanza dei pigmenti nella storia dell’arte e quanto fosse importante la preparazione di questi materiali per gli artisti stessi. Si inizia, dunque, dall’ematite per arrivare infine al “Giallo Giuda, la tecnologia e lo sguardo”; Giallo Giuda perché Falcinelli ricorda il Giuda dipinto da Giotto, il quale avvolge il Cristo con la sua tunica gialla e tale colore, sottolinea l’autore, non è stato affatto scelto per caso (indoviniamo perché?). Falcinelli, però, nello stesso capitolo ci parla dei Simpson: sono gialli anche loro. Eppure, il giallo Simpson cambia a seconda del mezzo con cui scegliamo di guardare una puntata (televisione a tubo catodico o a schermo piatto, PC, tablet e così via), ma per noi rimarrà sempre il “giallo Simpson” e non considereremo una contraffazione vedere la pelle di Homer o di Lisa di un giallo più o meno spento; al contrario, se la tonalità del giallo della tunica di Giuda fosse riprodotta in modo scorretto, riusciremmo facilmente ad individuare l’errore e capire che l’unicità e l’originalità di Giotto possa facilmente scomparire solamente a causa di una leggera virata di colore. Questa è la complessità dell’arte e del nostro sguardo nei confronti di qualcosa di incredibile come un dipinto. L’arte mette alla prova le nostre percezioni, ma Cromorama ci fa riflettere su quanto essa abbia influenzato il nostro sguardo oggi e di quanto il colore sia qualcosa di incredibilmente fondamentale per la vita di tutti i giorni, ieri come oggi.
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