Book&Art - I tre giorni di Pompei: 23-25 ottobre 79 d. C. Ora per ora, la più grande tragedia dell'antichità

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I loro volti sono illuminati dalla carezza calda di questa stella, che sembra aver intuito il destino che li aspetta e regala loro un ultimo sorriso.

Alla fine muoiono tutti. O quasi tutti. Ops, svelato il finale. Ma lo conoscevate già, no? E allora perché invitarvi alla lettura dell’ennesimo saggio sulla più famosa eruzione della storia? Tanto sappiamo tutto, giusto? Ce lo hanno raccontato prima alle elementari, poi alle medie, e poi con qualche particolare in più alle superiori, magari attraverso una traduzione dalle due lettere di Plinio il Giovane a Tacito. E poi ancora quella volta in gita, passeggiando tra ciò che rimane in piedi... e forse ci è bastato, abbiamo compreso la violenza dell’evento, e ancor più quella delle prime invadenti esplorazioni. Eppure ci sono dettagli, minuscoli indizi, nascosti tra le vie di Pompei e di Ercolano, tra gli ambienti delle Ville di Oplontis e Stabiae, che non possono essere facilmente afferrati. Sono tasselli, dispersi e interpretati in innumerevoli studi, che messi insieme raccontano una storia meravigliosa. Dietro la tragedia, si nasconde un inestimabile tesoro, il racconto di una quotidianità congelata per sempre. 

Ed eccoci al punto: questo non è l’ennesimo saggio, lezione o guida turistica che vi stiamo propinando. Alberto Angela ci accompagna in un viaggio nel tempo: entriamo in questo fermoimmagine in punta di piedi, in silenzio, seguendo gli spostamenti, le attività, le preoccupazioni di chi per ultimo ha camminato su quelle grandi lastre delle vie di Pompei. E sono i piccoli dettagli che riempiono la scena: il lettore è invitato a seguire il profumo del pane appena sfornato tra le vie ancora vuote nelle prime ore del giorno, ad impicciarsi dei prodotti per il trucco in un prezioso scrigno di una nobildonna (la conoscerete meglio, si chiama Rectina, e la seguirete in tutti i suoi spostamenti), ad ammirare la luce del giorno che entra come una cascata dalle aperture del soffitto, che rimbalza sulle tessere di mosaico bianche dei pavimenti e sulle superfici d’acqua, riempiendo gli ambienti della Casa del Poeta Tragico. E, ancora, Alberto Angela si sofferma sui primi segni di avvertimento del Vesuvio: le scosse, i danni, le riparazioni in corso in ogni dove. Verrete infine trascinati nel vivo del terrore, durante l’eruzione, e vi sembrerà di essere lì. Procederete a tentoni nel buio, arrancando con quel poco fiato che vi permettono le boccate di cenere che state respirando: accompagnerete, fino alla fine, gli sfortunati abitanti, immortalati per sempre in un meraviglioso, ricco scenario di vita quotidiana.

Silvia

Alberto Angela, 2014. I tre giorni di Pompei: 23-25 ottobre 79 d. C. Ora per ora, la più grande tragedia dell'antichità, Rizzoli, Milano.