News from Diagnostic World: analisi del particolato atmosferico depositato sul Taj Mahal
In alcuni articoli del nostro blog abbiamo già parlato di quanto il monitoraggio ambientale sia fondamentale per la conservazione delle opere d’arte in ambienti indoor e outdoor.
Il Taj Mahal (Agra, India Settentrionale). Credits: UNESCO |
Non ci sorprende che la ricerca sul monitoraggio ambientale abbia come principali protagonisti i monumenti e le opere d’arte più importanti del Patrimonio Mondiale: è il caso del Taj Mahal (Agra, India settentrionale), il quale è stato oggetto di uno studio sulla chimica e sulla deposizione di microparticolato atmosferico sulle sue pareti marmoree (leggi qui).
Per contestualizzare tale ricerca ed evidenziare l’importanza di un monitoraggio ambientale per la conservazione dei monumenti di interesse storico e culturale, ricordiamo che il Taj Mahal, oggi, è
uno dei più importanti monumenti al mondo: nel 1983 è stato inserito nella lista del Patrimonio UNESCO e dal 2007 è tra le nuove sette meraviglie del mondo. Il sito web dell’UNESCO ci ricorda che esso è “un immenso mausoleo di marmo costruito tra il 1631 e il 1648 dall’imperatore Shah Jahan in memoria della sua moglie preferita. Il Taj Mahal è un gioiello dell’arte musulmana in India e uno dei capolavori universalmente ammirati del Patrimonio Mondiale.”
L’articolo scientifico, firmato dal Dr. Deepankar Banerjee, mira a investigare la natura delle particelle depositate sul Taj Mahal e le conseguenti reazioni – organiche e inorganiche – che avvengono a seguito del loro contatto con la superficie dell’edificio. Quando si fronteggia la problematica del monitoraggio di monumenti outdoor, i fattori da considerare sono molteplici: l’impatto della polvere e degli agenti atmosferici sul marmo, l’esposizione dell’edificio al sole e alle fonti di inquinamento, gli eventuali batteri e la microflora, così come il grado di inquinamento atmosferico nelle zone limitrofe.
Per far fronte alla grande mole di componenti da dover esaminare simultaneamente, lo studio ha adottato un approccio multi-analitico, utilizzando la Microscopia Elettronica a Scansione (SEM-EDS), la Diffrazione dei Raggi X (XRD) e la Spettroscopia Infrarossa in Trasformata di Fourier (FTIR) per l’analisi del microparticolato, mente per l’aerosol organico si è utilizzata la Spettroscopia di Risonanza Magnetica Nucleare (NMR).
Il campionamento ha rispettato le regole della non invasività e non distruttività: infatti, il Dr. Banerjee ha campionato le croste nere laddove il fenomeno di degrado era in uno stadio talmente avanzato che esse si staccavano naturalmente cadendo al suolo. Anche tale caduta è stata valutata su scala mensile.
La composizione delle croste nere è stata approfonditamente studiata sia da un punto di vista elementale che mineralogico. Al fine di completare il quadro analitico, sono state eseguite analisi sia del marmo non degradato sia del marmo affetto da importante alterazione.
Fortunatamente, l’inquinamento nel sito è nella norma, sebbene alcuni elementi presenti nella pioggia possano favorire la formazione delle croste nere. Nelle zone più umide (ovvero le aree in ombra, dove ristagnano le precipitazioni) è evidente, ovviamente, una crescita biologica importante che contribuisce al degrado del marmo.
Ci auguriamo che questo studio possa implementare la sensibilità verso la conservazione preventiva dei Beni Culturali e che l’attenzione non sia rivolta solamente ai monumenti più importanti, ma anche alle opere di minore rilevanza storico-artistica. Inoltre, la riduzione dell’inquinamento atmosferico non è un obiettivo da perseguire solamente per una migliore conservazione dei materiali ma, soprattutto, per una migliore qualità di vita di ognuno di noi.
Francesca
Riferimenti:1. https://www.academia.edu/29050822/Natursteinsanierung_Stuttgart_2016_11_12_March_2016_1_
2. News from Diagnostic World: l’Internet delle cose a tutela dei Beni Culturali
3. News from Diagnostic World: i 20 anni di monitoraggio climatico nella Cappella degli Scrovegni.
4. News from Diagnostic World: l’impatto dell’inquinamento sui Beni Culturali Italiani
Commenti
Posta un commento