News from Diagnostic World: l’Internet delle cose a tutela dei Beni Culturali

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Come sappiamo, il degrado dei beni culturali dipende dal tipo di materiale, dalle condizioni microclimatiche esterne e dai fattori umani. L'ideale sarebbe mantenere le opere d'arte in scenari termo-igrometrici stabili e controllati, ma purtroppo tali condizioni sono spesso raggiunte solo nei musei.

Siccome gli effetti delle condizioni ambientali su una determinata opera d'arte sono cumulativi, è necessario registrare le misurazioni in tempo reale per rilevare al più presto inattesi eventi dannosi o condizioni pericolose. 

Esistono diversi tipi di sistemi di installazioni per il monitoraggio microclimatico. Un approccio spesso usato è basato sull'uso dei sistemi cablati, tipici dell'industria e della domotica. Tali sistemi sono relativamente semplici, robusti e necessitano di manutenzione minima, in quanto non è necessaria la sostituzione della batteria. Questi, infatti, sono ideali nei musei o nelle mostre temporanee, quando è necessario registrare le condizioni in ambienti interni, mentre risultano essere poco adatti in grandi spazi e nei siti all'aperto, dove il cablaggio può essere disturbato dall'azione degli agenti climatici oppure quando i fili causano problemi estetici. 

Un altro approccio per il monitoraggio delle opere d'arte è l'uso commerciale dei data loggers, piccole scatole nere, dispositivi autonomi alimentati da batterie con il vantaggio di essere facili da installare, senza fili e di piccole dimensioni. Lo svantaggio è la limitata memorizzazione dei dati, l'uso di batterie con una certa durata e la necessità di scaricare manualmente i dati registrati da ciascun data logger. 

Data l'evoluzione tecnologica subita negli ultimi anni, compaiono nuove prospettive per quanto riguarda il monitoraggio microclimatico dei manufatti. L'approccio proposto da un gruppo dell’Università Politecnica di Valencia, esperti in restauro artistico e in monitoraggio del clima, si basa su sistemi microelettronici di tipo wireless in grado di registrare i dati dei sensori e di trasferirli in modalità wireless, in modo che le misurazioni possano essere elaborate o scaricate on-line tramite un computer collegato a Internet o un cellulare. Oltre ad evitare il cablaggio, il principale vantaggio è la possibilità di accedere ai dati in tempo reale, consentendo di rilevare eventuali situazioni anomale che richiederebbero un’azione urgente. 

Le prestazioni di questo sistema sono state valutate, conseguendo ottimi risultati, mediante il monitoraggio microclimatico all’interno della Chiesa di San Tommaso e San Filippo Neri a Valencia con due tecnologie LPWAN (Low-Power Wide-Area Network), reti ad ampio raggio. La prima tecnologia è SigFox mentre la seconda è LoRa, entrambi competitive nel mercato dell’Internet of Things. 

La tecnologia dell’Internet of Things (IoT), già ampiamente utilizzata per le smart cities, può facilitare la conservazione preventiva del patrimonio culturale, ottimizzando le risorse, evitando costosi installazioni in-situ e consentendo così una supervisione dei manufatti presenti nei musei, negli edifici storici o nei siti archeologici all’aperto. 

Se vi interessa scoprire quali sono i requisiti ideali di una implementazione IoT per i Beni Culturali, anche da un punto di vista di consumo energetico e delle comunicazioni radio, leggete qui l’intero articolo. 

Martina 

Perles, A., Pérez-Marín, E., Mercado, R., Segrelles, J. D., Blanquer, I., Zarzo, M., & Garcia-Diego, F. J. (2018). An energy-efficient internet of things (IoT) architecture for preventive conservation of cultural heritage. Future Generation Computer Systems, 81, 566-581.