News from diagnostic world: approccio non invasivo per la lettura dei papiri carbonizzati di Ercolano.
La Scienza corre nuovamente in aiuto della Storia e della Cultura, cercando di ridare voce ad un patrimonio culturale immenso, ancora celato in circa 1800 papiri trovati ad Ercolano. La nota città campana, difatti, costituisce un ulteriore testimone dell’eruzione del Vesuvio avvenuta nel 79 d. C., evento che ci è stato trasmesso dalla lettera di Plinio il Giovane rivolta a Tacito, il quale descrive allo storico le circostanze in cui è morto il suo celeberrimo zio, Plinio il Vecchio (se volete approfondire, qui è disponibile una traduzione della lettera).
L’eruzione, che portò alla totale distruzione e al seppellimento di Pompei, inizialmente risparmiò la città di Ercolano. Tuttavia, in un secondo momento,
dei nuvoloni di gas incandescente, originatisi dal collasso della colonna di fumo “a forma di pino” (“Si elevava una nube, […] nessun'altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la figura e la forma.” – Lettera di Plinio il Giovane a Tacito), piombarono sulla città, carbonizzando tutto ciò che incontravano al loro passaggio. In un lasso di tempo brevissimo, i papiri subirono un forte riscaldamento in ambiente anossico, (motivo per il quale posseggono questo aspetto ritorto e friabile) diventando così simili al “tanto legno bruciato che incontravano ad ogni passo” (parole di Camillo Paderni riportate nel libro di Comparetti e De Petra, pag. 58) durante i primi ritrovamenti nel XVIII secolo. Oltre agli abitanti e alle case, anche i celebri scritti restarono sepolti nella Villa dei Papiri (a cui hanno dato il nome) per circa 17 secoli.
dei nuvoloni di gas incandescente, originatisi dal collasso della colonna di fumo “a forma di pino” (“Si elevava una nube, […] nessun'altra pianta meglio del pino ne potrebbe riprodurre la figura e la forma.” – Lettera di Plinio il Giovane a Tacito), piombarono sulla città, carbonizzando tutto ciò che incontravano al loro passaggio. In un lasso di tempo brevissimo, i papiri subirono un forte riscaldamento in ambiente anossico, (motivo per il quale posseggono questo aspetto ritorto e friabile) diventando così simili al “tanto legno bruciato che incontravano ad ogni passo” (parole di Camillo Paderni riportate nel libro di Comparetti e De Petra, pag. 58) durante i primi ritrovamenti nel XVIII secolo. Oltre agli abitanti e alle case, anche i celebri scritti restarono sepolti nella Villa dei Papiri (a cui hanno dato il nome) per circa 17 secoli.
Dal momento del rinvenimento in poi, sono stati innumerevoli i tentativi volti a “riaprire” i rotoli carbonizzati, in modo invasivo e non.
Camillo Paderni fu il primo ad intervenire materialmente sui papiri con il metodo della scorzatura, ovvero tagliando longitudinalmente i rotoli, sfogliandoli e conservandone solo la parte esterna, perdendo così una grande quantità di materiale e di informazioni.
Un intervento sostanziale venne conferito da Antonio Piaggio, il quale architettò un sistema di svolgimento dei papiri utilizzato fino agli inizi del XX secolo: il padre scolopio aveva creato una macchina che teneva il supporto scrittorio in trazione mentre egli, aiutandosi con bisturi e pinze e fissando il materiale con una colla naturale creata da lui, staccava con estrema difficoltà le parti del rotolo, ottenendo infine un buon risultato, seppure distruttivo e non sempre perfetto.
Attualmente, anche la Scienza dona il suo apporto alla causa dei papiri ercolanensi: infatti, in collaborazione con Laboratorio Europeo delle Radiazioni al Sincrotrone (ESRF) di Grenoble, un team dell’Imm-CNR, guidato dal dottor Vito Mocella, ha sviluppato un metodo non invasivo, la Tomografia a Raggi X con contrasto di fase, che tenterà di svelare i segreti ancora intrappolati nel materiale carbonizzato. Attraverso delle scansioni estremamente dettagliate del supporto scrittorio, sfruttando le diverse risposte del papiro e dell’inchiostro ai raggi X, è possibile individuare ed estrapolare dall’antica carta lettere e, addirittura, parole. Tuttavia, la tecnica va ulteriormente affinata, in modo da ottenere quante più informazioni possibili dai papiri ercolanensi: nonostante il percorso sia ancora molto lungo e tortuoso, le evidenze ed i risultati raggiunti dal team non fanno altro che dare fiducia a questa tecnologia.
- Anna Angeli, Lo svolgimento dei papiri carbonizzati: http://www.chartes.it/images/attachment/Angeli,%20Svolgimento.pdf
- Domenico Comparetti, Giulio De Petra, La villa ercolanense dei Pisoni. I suoi monumenti e la sua biblioteca: https://www.amazon.it/villa-ercolanese-dei-Pisoni/dp/B00GX6R36O
- Superquark, Ora potremo leggere i papiri carbonizzati di Ercolano? - 02/08/2017: http://www.raiplay.it/video
Hermoso gracias siempre la tecnologia nos da la respuesta a la conservacion no invasiva
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